Anche Happy Network ha partecipato all’incontro con Giacomo Sintini

Per quanto possano sembrare banali, le parole forza e coraggio rappresentano davvero l’appiglio principale di chi è in lotta. Molte volte possono non bastare, soprattutto se la sfida è contro un male spesso incurabile, ma possono davvero risultare decisive quanto la malattia non ha ancora preso il sopravvento. “Forza e coraggio” è proprio il titolo del libro autobiografico scritto da Giacomo Sintini, uno dei migliori atleti di pallavolo in Italia dell’ultimo decennio, che questa mattina è stato ospite del liceo scientifico “Ricciotto Canudo” di Gioia del Colle per raccontare, agli studenti e agli ospiti, la sua storia, dall’affermazione sul parquet di gioco, alla scoperta di essere malato, dai terribili mesi di sofferenza per curarsi e non mollare, fino alla guarigione e addirittura il rientro in campo da vincente. Happy Network ha avuto il piacere e l’onore di essere stata invitata all’incontro, anche per il suo impegno nel sociale e nello sport, a cominciare proprio dalla pallavolo, essendo main sponsor di Team Volley Jòya, oggi presente con i suoi giovani. Come detto, la storia di Sintini, narrata con delicatezza e molta partecipazione al tempo stesso, ha calamitato l’attenzione dei numerosissimi presenti, alunni del liceo in particolare. Sintini ha cercato di spiegare il proprio punto di vista del suo percorso, senza dare consigli o soluzioni, ma incentrandosi sulle chiavi di volta che hanno sostenuto la sua battaglia, ovvero gli affetti e la famiglia. Un viaggio a tratti commovente, che ha spiegato la fragilità di chi si sente impotente davanti alla malattia e l’importanza del dono della vita, soprattutto quando il male viene sconfitto, come nel caso di Sintini. Happy Network intende lodare il progetto di sensibilizzazione e di contributo attivo alla ricerca sul cancro portato avanti dall’Associazione Giacomo Sintini e dallo stesso Sintini con la vendita del suo libro, promuovendo anche incontri come quello odierno. Il fine ultimo è offrire concreta possibilità di fiducia e speranza in chi sto combattendo una battaglia come quella raccontata. Il cui epilogo, lieto in questo caso, non può che essere affidato alle parole dello stesso Sintini: “Ho smesso di chiedermi perché io sono vivo e altri no. Provo invece a chiedermi cosa posso fare di buono, come posso restituire un po’ di quello che ho ricevuto: ho una seconda chance e se mi limitassi a essere semplicemente il Giacomo Sintini di prima la sprecherei… Cerco di confortare raccontando la mia esperienza. Cerco di infondere negli altri la stessa fiducia dalla quale sono stato circondato… E cerco di guardare avanti, con tutta la gioia di cui sono capace e il cuore colmo di gratitudine”.